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       Catalogo mostra presso la

         Biblioteca Comunale di Numana

 

 

 

[...] Un'atmosfera più dichiarativa, adagiata nella spontaneità e nell’immediatezza, attiene invece al lavoro di Augusto Piccioni perché le sue forme hanno libertà e leggerezza proprie. Nessuna alterazione diventa possibile nella sequenza del mito, perché le storie e i riferimenti extra testuali hanno maggiore immediatezza, aderiscono, per cosi dire, naturalmente al senso del discorso. Le ellissi sono quelle che servono per dare la minima ambiguità possibile per un messaggio di tipo artistico, ma nella sua sostanza e apparenza tutto coincide con un messaggio di chiarezza e di racconto. Sono opere che della favola scontano l'icasticità, la reiterazione di figure mobili che sono fatte apposta per coniugarsi a vicenda. Poche (e sufficienti) regole per tanta fantasia, come per sottolineare l’improvvisa voglia di raccontare, la forte e spontanea volontà di comunicare. E' l’ironia che colma i vuoti, che dà parvenza di astratta compattezza ad un discorso fondato su elementi apparentemente interscambiabili, e che sono invece quasi auto referenziali.

Cosi le figure forniscono anche a senso di un discorso attorno alla creazione di un mito a partire dall'arte stessa e dalla sua possibile facilità di comunicazione. Se in altri casi sono sempre i significati profondi a prevalere, cioè si tratta sempre di porsi al di sotto del livello di significazione, cioè verso l'analisi della struttura profonda della fiaba, in questo caso la superficie diventa l'occasione per un palinsesto figurale. E proprio questa scansione che si dà un non-limite nelle finitezza delle possibilità spesso tende a proporsi come installazione, come situazione chiusa (con le parzialità del caso), o comunque come ambiente a se stante che trova in se stesso la forza di dotarsi di un censo. Allora viene in mente che ogni favola contiene un proprio mondo, che non si esaurisce in se stessa in modo esaustivo, che però tende a rappresentare un universo autonomo del discorso. Da questo l'installazione ne risulta rafforzata e giustificata, perché fornisce la chiave per una soluzione interna dei perché, se non dei percome, i protagonisti delle opere giochino a rincorrersi in una storia che l'artista impara a conoscere con lo spettatore. L'uomo, il lupo, il cinghiale, la volpe ambientati e contrapposti all'albero sono elementi di un gioco infinito in cui anche i materiali industriali e "poveri" (come il PVC) stanno a indicare una scelta verso una significatività popolare, semplificata, ma tutt’altro che ingenua.

 

                                                                                                                                     Valerio Dehò

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Presentazione in catalogo per la mostra "Artisti da favola"  presso la Biblioteca Comunale di Numana - AN (2003).

 

 

 
 

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AUGUSTO   PICCIONI