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Maria Felicia Civita

 

 

Il porto, 1979 - Acrilico su tela cm 70X90 

   

               

AUGUSTO PICCIONI

" IL PORTO"

 

 

Al di là di una pura rivisitazione dello stile " informale" è da collocare la pittura di PICCIONI che in questa sua opera, seppur in maniera meno evidenziata che in altre di puro impianto gestuale, ci mostra come il gesto vi nullifichi il segno, raramente presente, per restituirci le nostre sensazioni.

 Ha detto Merleau-Ponty: " Il mondo è fatto della stessa stoffa del corpo umano": è questo che l'artista vuole comunicarci attraverso la tela. 

Il sole, macchia rossa oltre la linea nera del molo che si sfa contro la bianca massa sfrangiata di una nuvola, è l'aspirazione teneramente funebre dell'uomo di annientarsi nella bellezza, qui luce e calore, per entrare in comunione con l'universale superando il particolare.

Il brulichio di orme e segni blu che rendono mirabilmente la fluidità e la trasparenza del mare, danzando sulla superficie del quadro tra i gialli ed i rossi, riverberi caldi delle barche ormeggiate, ci restituisce il nostro spazio contingente pregno di Eros. L'artista si fa cielo e mare e con loro è connivente, 

Le barche sono sagome appena accennate, orpelli. Le loro forme essenziali sono qui ad affermare l'onnipotenza del colore, del gesto ampio, disteso, liberatorio. 

Il puro colore diventa simbolo di un'estrema semplicità che è raggiungimento della più intima essenza delle cose, ove la forma non ha più importanza quando un registro cromatico " veemente ed aligero" riesce a sostituire ad essa le cose suggerite. 

                                   Maria Felicia Civita

 
 

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